La Compagnia del Collettivo nella stagione di movimenti. 1968-1976

di Margherita Becchetti
(Odradek, Roma 2003)

La Compagnia del Collettivo, nata nel 1971 dalle singolari tradizioni del Centro universitario teatrale di Parma e del Festival internazionale del teatro universitario, è stata senz’altro una delle esperienze di teatro politico più importanti e rappresentative tra le tante sorte sull’onda delle mobilitazioni studentesche e operaie alla fine degli anni Sessanta.

Essa coniugò la propria attività al clima della “contestazione globale” per poi svilupparsi, riflettendo la storia di una generazione, in una nuova ed elevata professionalità ancora oggi centrale nello scenario teatrale italiano.

Questo volume, oltre a ripercorrere la sua attività, mira a ricostruire uno scenario culturale – nazionale e internazionale – ancora poco indagato e intende accendere un riflettore sulla ricca quantità di esperienze teatrali giovanili che, attraverso il Sessantotto e fino alla seconda metà degli anni Settanta, trasformarono il proprio impegno artistico in impegno politico.

INDICE

Prefazione
di Antonio Parisella

Le origini (1953-1967)
I Centri universitari teatrali e i Festival internazionali del teatro universitario Anni Sessanta: tra sperimentalismo e apprendistato politico.

1968: l’anno della rivolta
L’impatto con la mobilitazione studentesca
Da Bertolt Brecht al Cut-Collettivo

1969-1971: per un “teatro di classe”
L’incontro con la classe operaia
Il conflitto con il Pci e La grande paura
Verso il decentramento

1972-1976: dalla cooperativa a Teatro Due
La crisi dei teatri universitari e la nascita della cooperativa
Dal “teatro di classe” al teatro popolare
Romanzo criminale e Il quinto stato: al tramonto del decentramento
Teatro Due: una nuova storia

Appunti a margine 
di Gigi Dall’Aglio