Frammenti di vita strappati alle carte dell’Ospedale psichiatrico
a cura di Angelo Angella e Paolo Piscina
Dalla libertà alla segregazione, dall’aria tersa e frizzante dei monti a quella opaca e stagnante delle istituzioni totali. Così si potrebbe riassumere il viaggio irreversibile di tanti borgotaresi che – generalmente di umili origini e di ceto sociale assai modesto – per oltre un secolo sono stati rinchiusi nel manicomio di Colorno, la «città dei matti».
Di loro, delle loro storie, dei loro sentimenti, della loro dolente umanità coartata e repressa, sembra ormai persa ogni traccia: spersonalizzati, alienati, reificati, spesso abbandonati e dimenticati dalle loro stesse famiglie, cancellati dalla società civile, ridotti a “numeri” e privati delle cose e delle consuetudini più care, assoggettati a terapie scarsamente efficaci e a misure di contenzione umilianti e a volte invalidanti, quasi tutti hanno chiuso la loro vita terrena – vinti e rassegnati al loro tragico destino – tra le mura fredde e poco ospitali di un sedicente ospedale.
Eppure gli atti degli archivi (manicomiali, comunali, parrocchiali…), benché redatti quasi sempre in modo uniforme e standardizzato in ossequio a rigidi schemi precostituiti e a formule impersonali e burocratiche, che poco concedono alla libera e spontanea espressione dei loro estensori, se letti con il gusto della ricerca e con la passione per la ricostruzione storica consentono non soltanto di sviluppare interessanti analisi sociologiche ma anche di recuperare, qua e là, brandelli di vita vissuta, di salvare dall’oblio frammenti di storie che è possibile riannodare.
Parma 2012
Introduzione
Angelo Angella
Dai monti al manicomio
Ilaria La Fata e Margherita Becchetti
Maria Maddalena. Terapie d’altri tempi
Enrico. Bacco, tabacco e Venere
Maria di Codogno. L’amore, gli scrupoli, la miseria
Domenica. La fatica di essere madre
Maria di Borgotaro. Quando “ci si nasce”…
Girolamo. Un calzolaio che a Parigi non ha fatto fortuna
Guglielmo. Una storia di emigrazione
Angela. Quasi un lieto fine
Cesare. Uno su mille ce la fa
Lazzaro. Un palombaro calato dai monti
Teresa. Un fiore appassito
Desolina. Nomen omen?
Vittorio. Tutta colpa del vino… anzi del vermouth
Annunciata. La nouvelle Gervaise
Veronica. Normalità e follia nella famiglia
Concetta. Quando “ci si diventa”…
Giovanni. Da un manicomio all’altro
Domenica di Valdena. Una Santa che passeggia scalza nutrendosi di fiori
Giulio. McMurphy a Colorno
Quintino. Quelle voci
Giuseppe. Un caso di demenza precoce
Gildo. Carne da cannone
Rina. Limiti e storicità della medicina
Domenico. Un “catatonico” negli anni della ricostruzione
Anna. Sedotta e abbandonata
Andare via lontano…
Angelo Angella
Postfazione
Angelo Grossi