Alle barricate! Agosto 1922: la città, i protagonisti, la memoria

Palazzo Bossi Bocchi, strada al Ponte Caprazucca, 4 – Parma

Dal Sabato 24 Settembre a Domenica 18 dicembre 2022

LA MOSTRA E’ STATA PROLUNGATA FINO AL 29 GENNAIO 2023

Mostra a cura di Margherita Becchetti, William Gambetta e Francesca Magri

realizzata da Fondazione Cariparma

in collaborazione con Centro Studi Movimenti

con il patrocinio del Comune di Parma

Giornate di apertura e orari: martedì e giovedì 15.30/18.00sabato e domenica 10.00/12.30; 15.30/18.00

INGRESSO GRATUITO

La mostra prevede visite guidate tutti i giovedì pomeriggio alle ore 16.30 (per i gruppi è richiesta la prenotazione)

Fondazione Cariparma, in collaborazione con il Centro Studi Movimenti, promuove e organizza una mostra per celebrare il centenario delle Barricate del 1922.

Dal 24 settembre al 18 dicembre (PROLUNGATA FINO AL 29 GENNAIO 2023), a Palazzo Bossi Bocchi sarà visitabile la mostra “Alle barricate! Agosto 1922: la città, i protagonisti, la memoria”, a cura di Margherita Becchetti, William Gambetta e Francesca Magri, con il patrocinio del Comune di Parma.

Dal 1 al 6 agosto 1922 gli abitanti dell’Oltretorrente e dei rioni Naviglio e Saffi si mobilitarono contro migliaia di fascisti comandati da Italo Balbo, arrivati da tutta Italia per aggredire i lavoratori nei giorni dello “sciopero legalitario”. Guido Picelli, animatore e comandante degli Arditi del popolo, guidò la difesa dei popolani dietro barricate e sbarramenti.

La mostra, anche con opere, documenti e cimeli originali, è divisa in 5 sezioni.

Nella prima sezione di mostra viene raccontata la Parma di cento anni fa, una città in cui il fiume segnava un confine sociale molto netto: da una parte i quartieri signorili (con i caffè eleganti e gli abitanti molto benestanti) e dall’altra i borghi popolari, popolati da donne, uomini e bambini dall’esistenza misera e faticosa che affollavano strade e osterie. Particolare spazio è poi riservato al mito dell’Oltretorrente ribelle che germogliò alla fine dell’Ottocento sulla scia dei tanti episodi di rivolta di cui il quartiere fu teatro: in mostra sono ad esempio esposti i numeri della “Domenica del Corriere” con le copertine di Achille Beltrame dedicate alle proteste popolari e allo sciopero agrario del 1908. Questa prima sezione termina poi con il rapporto della città con lo squadrismo fascista, documentato con fotografie e carte di polizia.

Nella seconda sezione una linea del tempo e le prime pagine di alcuni dei giornali del tempo raccontano gli eventi accaduti tra il 31 luglio e il 6 agosto 1922, mentre le fotografie scattate da Armando Amoretti sono affiancate a una grande mappa della città sono evidenziati i luoghi in cui le barricate furono erette. Nella stessa sezione sono esposti i documenti della Prefettura conservati all’Archivio di Stato e le fotografie dei fascisti in Parma nuova conservate all’Archivio centrale dello Stato di Roma. Un video proietta le testimonianze di alcuni ex arditi del popolo raccolte nel 1983.

La terza sezione dà spazio alla figura del fotografo Armando Amoretti, giovane apprendista dello Studio Vaghi che ebbe l’intuizione di andare sul campo a fotografare gli eventi.

La quarta sezione della mostra è invece riservata ai protagonisti: da una parte Guido Picelli e gli Arditi del Popolo; dall’altra Italo Balbo e le squadre fasciste. In mezzo a loro le autorità cittadine: il prefetto Federico Fusco, il vescovo Guido Maria Conforti, il generale Roberto Lodomez, il sindaco Amadeo Passerini. Infine il popolo dei borghi: le donne come Ada Nicolini o Alice Cesena, il giovanissimo Gino Gazzola, etc.

L’ultima sezione riguarda l’epilogo e la memoria delle Barricate sia durante il regime (con foto della mostra della Rivoluzione fascista del 1932, o il Diario 1922 di Balbo) sia nell’Italia democratica (con l’esposizione, tra le altre cose, dei quadri di Fereoli di Fondazione Cariparma, i manifesti per le celebrazioni annuali, il bozzetto del monumento di piazzale Rondani del 1997 e del busto di Picelli del 2011 etc).

Nell’ottica di incentivare e sviluppare attività didattiche multidisciplinari – in collaborazione con il corpo insegnanti dell’IPSIA Primo Levi Corso di Moda e all’interno di un percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO) che ha coinvolto le alunne di 3G (AS 2021/22) – sono stati realizzati due costumi, l’abito da sera della signora Barachini, da un dipinto di Donnino Pozzi, per rappresentare la Parma Nuova e il costume di una popolana.

Ufficio Stampa Fondazione Cariparma: Francesca Costi – museo@fondazionecrp.it 

Per informazioni e prenotazioni: guide@fondazionecrp.it

Gli ambienti sono attrezzati per la visita di persone diversamente abili con rampe di accesso ed ascensori-montacarichi. L’ingresso a Palazzo Bossi Bocchi è consentito indossando una mascherina e seguendo le precauzioni anti Covid-19