Parole non politicamente corrette
Incontri tra storia e filosofia
ottobre – novembre 2011
Circolo MateriaOff
Borgo San Silvestro 40 Parma
Mentre il pensiero neoliberale più rigoroso, quello qualificato fino a pochi anni fa come “unico”, può apparire muto di fronte all’attuale crisi economica, sociale e culturale, il confronto tra visioni e ricette alternative mostra spesso di continuare a condividerne non detti e tabù. Nel discorso omologato, così come nella proliferazione di opinioni da talk-show, termini come “esclusione”, “classe”, “confine”, “violenza”, “paura”, “rivolta”, sono o rimossi o deprecati o neutralizzati, cioè astratti dal loro legame con l’esercizio del potere nella nostra società. Il ciclo di incontri Dissidenze vorrebbe, invece, fare risuonare queste parole “politicamente non corrette” e le loro implicazioni, facendo dialogare indagine storica e filosofia, eventi e concetti, per restituire al dibattito sull’oggi la consapevolezza del loro carico di dominio e di liberazione.
19 ottobre 2011
GOVERNO DELLA PAURA
Daniel Boccacci – Emanuele Leonardi
“Sicurezza” è diventata una parola chiave della politica contemporanea, divisa solo sul grado di controllo e di violenza accettabili nello sforzo di garantirla. “Sicurezza”, però, è anche il nome pubblico di altro: della “paura”, ovvero di differenti regimi storici di paura, in grado di fare risuonare interiorità e politica, fragilità individuale e creazione di potere. L’incontro propone di circoscrivere e di ripensare alcuni di questi diversi snodi del rapporto tra politica e paura, ponendoli in costante tensione con le forme, altrettanto storiche, del coraggio necessario alla critica.
26 ottobre 2011
ESCLUSIONI
Ilaria La Fata – Emanuele Puglisi
Nella nostra storia recente – ma non solo – la parola “esclusione” ha significato negazione, separazione o segregazione di una parte rispetto al tutto. In questo senso, che si tratti dell’esperienza del manicomio, del carcere o del precariato, “esclusione” denota una pratica politica che ha come obiettivo quello di neutralizzare un interlocutore scomodo, “diverso”, con l’evidente scopo di normalizzarlo. Ma è solo questa, l’esclusione? O se ne può considerare un diverso senso, che vede nella “differenza” degli esclusi e nella loro dimensione più personale e vitale, la possibilità di salvaguardare il pluralismo e la giustizia sociale? Sono queste le domande a cui si tenterà di dare risposta, declinando la parola esclusione in termini di democrazia, giustizia, società e morale. Sempre nell’ottica di una “dissidenza” che fa della parola un luogo di incontro e di scontro con i luoghi comuni – e non – della politica attuale.
2 Novembre 2011
VIOLENZA
Marco Adorni – Sabrina Michelotti
Dopo il crollo del Muro di Berlino (1989) e lo “sciopero degli eventi” del decennio successivo, nel 2001 il crollo delle Twin Towers ha dato l’avvio, con la sua violenza terribile, simbolica e spettacolare, a una nuova fase storica: quella dell’ossessiva ricerca del nemico, dopo la fine del comunismo, è stata rivolta all’Altro, il fondamentalista islamico. Questa crociata dell’Occidente in nome della Giustizia Infinita, rivelava una nuova portata della violenza esercitata dalle istituzioni nazionali e sovranazionali: non più solo una violenza politica, ma anche una violenza simbolica e invisibile, e tuttavia non meno totale di quella della guerra al dittatore di turno, nemico dei valori occidentali. Tutto questo mentre, dal 2001 al 2011, i nuovi movimenti sociali, nati come rivolta del “mondo alla mondializzazione”, generavano nuove soggettività e nuove prospettive di lotta, contribuendo a continue riformulazioni – spesso strumentalizzate dal potere – dei concetti di violenza e di violenza politica.
9 Novembre 2011
CONFINI
Davide Papotti – Marco Baldassari
Il concetto di confine è centrale per comprendere i processi di trasformazione della cittadinanza e degli stati, inseriti nelle dinamiche geopolitiche internazionali. Se, da un lato, i fenomeni di territorializzazione e deterritorializzazione hanno sempre caratterizzato la logica espansiva del capitalismo, la globalizzazione ha davvero annullato barriere e superato frontiere, oppure continua a moltiplicare ovunque confini e separazioni? A partire da questo interrogativo l’incontro si propone di fornire alcuni spunti per indagare il confine da un punto di vista politico, cercando di comprende quale significato e quali funzioni possiamo attribuire oggi a questo concetto.
16 Novembre 2011
CLASSE
William Gambetta – Fabrizio Capoccetti
Molto usata in un passato che sembra remoto ma è solo prossimo, anche la parola “classe” è stata soppressa dal lessico politico del dizionario del nuovo secolo. Un termine contro il quale l’ideologia dominante si è accanita già nel corso degli anni ottanta, per poi annichilirne completamente l’impiego con la crisi del “comunismo novecentesco”. “Classe”, infatti, evoca la profonda diseguaglianza che caratterizza anche la società esistente e, ancor più, fa tornar in mente concetti che da essa prendono le mosse, come “coscienza di classe”, “lotta di classe” o “interessi di classe”. Una parola, dunque, da rimuovere per il vocabolario di coloro che pensano a questo come al “solo mondo possibile”
23 Novembre 2011
RIVOLTA
Margherita Becchetti – Diego Melegari
Dalle banlieues parigine alle periferie inglesi, dalle metropoli americane a quelle mediorientali, il precipitare della crisi economica, insieme al volto pacifico della manifestazione di massa, rianima lo spettro convulso di tumulti, sommosse e rivolte. Forme d’azione collettiva più spontanee che organizzate, più furiose che razionali, più estreme e nichiliste che misurate e governabili, lontane dai ragionamenti del “politicamente corretto” e per questo spesso bollate nel discorso pubblico come frutto di delinquenza e teppismo giovanile. Eppure quelle rivolte sono il segno evidente di una rabbia sociale frutto di contraddizioni che continuano a segnare la storia contemporanea, tanto nei paesi ancora non pienamente industrializzati quanto nelle opulente democrazie occidentali.
In collaborazione con
Circolo MateriaOff