Il caso Parma
Mercoledì 4 aprile 2012
Circolo Materia Off
Borgo S. Silvestro 40 – Parma
Incontro con Marco Adorni e Michele Guareschi
(Centro studi movimenti)
Obiettivo dell’incontro è tentare di far luce sul metodo di gestione della spesa pubblica – basato su investimenti enormi – adottato dalle giunte cittadine di Parma a partire dal 1998 e mantenuto in essere fino al 2011, nonostante il manifestarsi della crisi. Un metodo che Marco Adorni e Michele Guareschi definiscono «capitalismo del futuro anteriore», cioè una pratica che ha subordinato all’alea del mercato immobiliare e della speculazione finanziaria il destino di un’intera comunità. Il futuro anteriore, infatti, è quel tempo che monetizza eventi già avvenuti, ma in un tempo futuro.
Anche a Parma, infatti, la finanza di progetto si è data non tanto come una mera tecnica o un semplice strumento finanziario bensì quale compiuta modalità di realizzazione, gestione e finanziamento di grandi progetti, destinati a incidere sul presente e sulle generazioni future al di fuori di ogni controllo.
Ciò è stato possibile attraverso l’allestimento di un sistema di società di trasformazione urbana (Stu) guidate dalla holding pubblica Stt s.p.a., incaricata di gestire le partecipazioni azionarie nelle varie Stu; un sistema auto-referenziato e al di là di ogni controllo pubblico, che ha accumulato enormi responsabilità e debiti, espropriando la natura del patto di cittadinanza, ovvero la democrazia.
Il modello parmigiano di società partecipate ha significato una forte dipendenza dal capitale fornito dagli istituti bancari, in cambio della garanzia dei beni pubblici comunali (lettere di patronage). Le società di scopo sono state le principali produttrici di debito. Si tratta di società miste (a capitale pubblico e privato) nate per realizzare scopi specifici di interesse pubblico e destinate a scomparire una volta portata a termine l’opera per la cui creazione sono state fondate. Queste società sono nate in concomitanza con le giunte di centrodestra che hanno governato Parma fin dal 1998. Esse sono divenute in breve il fiore all’occhiello dei sogni di grandezza delle giunte di Elvio Ubaldi e Pietro Vignali (Parma come capitale europea), rivelatesi, oggi, castelli di sabbia. Dopo l’emersione dello scandalo Green money 2 della scorsa estate, la cittadinanza ha manifestato la propria indignazione (24 giugno-26 settembre), attraverso ripetute mobilitazioni della «Piazza», cui hanno fatto da corollario le dimissioni del sindaco Vignali. Il punto, però, è che, ripercorrendo i fatti, si vede come, di occasioni per indignarsi, ce ne siano state molte di più.
In collaborazione con
Circolo MateriaOff