I casi del battistero di Parma e della pieve di Fornovo
a cura di Carlotta Taddei
La bocca di un mostro satanico inghiotte i dannati, già cucinati in un calderone bollente; un usuraio è trascinato a fondo dal peso del suo forziere; santa Margherita, nuda, è legata ad una croce e fustigata, prima di essere inghiottita da un dragone. Tra la facciata e l’altare della pieve di Fornovo si rincorrono scene di un realismo vivace e quasi divertente, ricche di dettagli inattesi, inusuali nel repertorio dell’immagine sacra.
Per capire le ragioni di questa scelta iconografica ardita ci inoltreremo, seguendo le tracce delle sculture, nella micro-storia della città nel cruciale passaggio fra fine XII e inizio XIII secolo. Scopriremo nelle immagini dei dettagli guida, icone del potere, che ci indicheranno coloro i quali, in quegli anni, commissionavano la realizzazione delle sculture. Dettagli intriganti per noi lettori contemporanei, assai più evidenti e agli sguardi dell’epoca. In questa saldatura fra iconografia e storia diviene esplicito il ruolo delle immagini, la loro precisa funzione politica che si disvela alla luce degli eventi e che reciprocamente contribuisce ad illustrarli.
Pochi anni prima delle sculture di Fornovo, nel Battistero di Parma Benedetto Antelami scolpiva le grandi lunette dei portali con le immagini del giudizio finale ed un arredo imponente per la cattedrale.
Il laboratorio, strutturato in una lezione in classe e in una visita guidata alla piazza del duomo, ha come obiettivo quello di guidare alla lettura iconografica ed iconologica dell’immagine che è insostituibile e concreta fonte storica ma nello stesso tempo non si spiega se non alla luce dello stesso contesto degli eventi.
Laboratorio proposto alle scuole secondarie di primo e di secondo grado.
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