La contrapposizione dei “blocchi” nei manifesti dell’Italia repubblicana (1946-1953)

a cura di William Gambetta
 
 
Gli anni successivi alla nascita della Repubblica democratica italiana – dopo il lungo regime dittatoriale fascista e la cruenta esperienza della “guerra totale” – furono lungi dall’assistere al trionfo degli ideali della Resistenza. Nonostante le aspettative e speranze della popolazione, l’Italia – così come i paesi del resto d’Europa e del mondo – si ritrovò ad essere un elemento di geopolitica nello scacchiere mondiale della “guerra fredda”.
I partiti antifascisti che avevano collaborato unitariamente durante la lotta di Liberazione si andavano dividendo gradualmente in due campi contrapposti, fino a scontrarsi in tutti i settori della vita nazionale: da un lato, sotto la protezione degli Stati uniti d’America, il mondo imprenditoriale e i partiti di governo, la Democrazia cristiana e i suoi alleati centristi (Pli, Pri e Psdi); dall’altro, sotto la tutela dell’Unione sovietica, il movimento operaio e le forze dell’opposizione, il Partito comunista e quello socialista. Un conflitto di interessi e ideologie che, inizialmente mascherato dalla cooperazione all’Assemblea costituente per disegnare la struttura del nuovo Stato, raggiunse presto il suo drammatico culmine con le elezioni della primavera 1948. Da allora in poi, per oltre un decennio, la “guerra fredda” caratterizzò anche il sistema politico italiano, congelando le riforme economico-sociali e la realizzazione dei diritti previsti nella Costituzione.Unità didattica rivolta alle ultime classi delle scuole medie e superiori.
La lezione affronterà l’argomento attraverso l’analisi di fotografie e manifesti politici.

 

 

Il percorso prevede due incontri della durata di due ore ciascuno ed è rivolto alle ultime classi delle scuole secondarie di primo e secondo grado.

 

 

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