Il Sessantotto in Università
a cura di Michela Cerocchi
Nel 1968, l’affacciarsi del movimento studentesco alla ribalta della scena politica segnò un punto irriducibile di discontinuità rispetto alla storia precedente. Dall’autunno ‘67, con le prime occupazioni universitarie (Trento, Napoli, Milano, Torino), all’estate del ‘68 – quando già il movimento apparve in una fase calante e di riflessione sulla propria metodologia di lotta e sulle sue future prospettive – numerosi furono gli ambiti attraversati dal cambiamento. All’interno dell’università, in ottemperanza alla parola d’ordine del “potere studentesco”, furono sovvertiti i ruoli e le gerarchie tradizionali ma non solo: il principio dell’anti-autoritarismo venne esteso a qualsiasi ambito del quotidiano in cui fossero riscontrabili forme di “potere” diffuso. Il vissuto e l’esperienza individuale divennero prioritari rispetto alla dimensione astratta del “pubblico”. Le forme stesse dell’agire politico furono ridefinite attraverso il rifiuto della “delega” e la centralità assegnata ai luoghi della partecipazione diretta (l’assemblea, i comitati, i gruppi di lavoro).Il percorso intende far luce sulle fasi salienti della protesta studentesca, sui suoi caratteri sociali, culturali e politici in relazione sia allo scenario nazionale che internazionale.
L’unità didattica utilizzerà foto e filmati del periodo, documenti delle occupazioni universitarie, memorie e testimonianze dei protagonisti e canzoni.
Il percorso prevede due incontri di due ore ciascuno ed è rivolto a tutte le classi delle scuole secondarie di secondo grado e alle ultime delle secondarie di primo grado.
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