Lotta armata e lotta non armata tra il 1943 e il 1945

a cura di Margherita Becchetti o Ilaria La Fata

 

 

La lezione affronterà il tema della lotta di Liberazione alla luce dei nuovi temi sui quali il dibattito storiografico riflette da oltre un ventennio, come il ruolo delle popolazioni nelle dinamiche della guerra totale, l’interpretazione della lotta partigiana come conflitto dalle molteplici sfaccettature (guerra patriottica, civile e di classe) calato nello scenario più ampio della seconda guerra mondiale, il legame tra lotta armata e resistenza non armata, la questione della “scelta” di una generazione di ventenni cresciuti durante il regime fascista.

 

Attraverso l’uso di fotografie e documenti delle brigate partigiane si indagheranno i rapporti tra i partigiani all’interno delle brigate, cercando di capire come quei giovani abbiano vissuto l’eccezionalità della propria condizione, come abbiano trascorso il tempo tra un’azione militare e l’altra, quali relazioni abbiano tenuto con la popolazione che li ospitava. L’intento è aiutare i ragazzi a riscoprire nei partigiani non eroici combattenti astratti, al di fuori del tempo e dello spazio, ma giovani che hanno maturato una scelta, che hanno portato le proprie aspettative e le proprie specificità tra le fila delle brigate, plasmando la fisionomia del movimento e venendo a loro volta cambiati da quell’esperienza. Verrà dunque raccontata soprattutto una dimensione esistenziale della Resistenza.

 

La categoria di lotta di Liberazione, inoltre, verrà assunta nel suo senso più ampio, comprendendo in essa un ventaglio di comportamenti eterogenei che dalla lotta armata arrivano fino a coloro che, pur non imbracciando le armi e per una serie di differenti motivazioni, hanno comunque assunto atteggiamenti di disobbedienza verso il potere dell’occupante tedesco e dei collaborazionisti di Salò, nonostante la minaccia costante della violenza del “nuovo ordine” hitleriano. Abbiamo cercato di capire in quali forme seppero reagire e “resistere” coloro che non imbracciarono le armi, come le popolane protagoniste del salvataggio dei prigionieri alleati evasi dai campi di concentramento dopo l’armistizio; oppure come i contadini che boicottavano gli ammassi agricoli ordinati dai tedeschi o le famiglie che fornirono in più di un’occasione copertura e ospitalità ai partigiani, soprattutto nei drammatici momenti successivi ai rastrellamenti.

 

 

Il percorso si compone di due incontri di due ore e si rivolge a tutte le classi delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Su richiesta, il secondo incontro potrebbe svolgersi in forma di visita guidata nel centro di Parma o in alcuni luoghi significativi del territorio provinciale parmense.

 

 

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