Facciamo la storia
Sottoscrizione popolare per una ricerca sulla guerra e sulla Resistenza nel Parmense
a cura di Centro studi movimenti e Anpi provinciale di Parma
Cos’è?
È un progetto per una ricerca storica sulla guerra e sulla Resistenza nel Parmense che verrà pubblicata in volume il prossimo aprile 2015, finanziata e sostenuta tramite una sottoscrizione popolare
Perché una ricerca?
Perché per Parma e la sua provincia ancora non esiste una storia che sappia raccontare i fatti accaduti tra il 1940 e il 1945 nella loro interezza e complessità. Abbondano le ricostruzioni su piccole comunità, singoli eventi o personalità ma lo studio più ampio (che, se non altro, abbraccia l’intero territorio provinciale) rimane quello dell’ex comandante Leonardo Tarantini del 1978 che però, figlio dei tempi e dell’ambiente partigiano che l’hanno prodotto, affronta la Resistenza solo nella sua dimensione militare e tralasciandone gli aspetti sociali, etici e culturali.
Perché una sottoscrizione popolare?
Abbiamo scelto di non affidarci ai tradizionali finanziamenti della politica istituzionale o dei privati perché crediamo che, a 70 dagli eventi e con i processi di delegittimazione che la Resistenza e l’antifascismo hanno subito negli ultimi anni, mantenere viva la memoria di quel passato e dei suoi valori sia compito di tutti.
Se non vogliamo perderla, non possiamo lasciare la memoria antifascista alle celebrazioni rituali, ogni anno più stanche e distanti.
Il nostro appello
La memoria antifascista non solo ci appartiene ma ci riguarda.
Il nostro appello è un modo per riattivare un’assunzione di responsabilità in tutti noi, un farci carico di una storia che non vogliamo perdere. E, per questo, dobbiamo poterla conoscere.
Chiediamo dunque alla città di dare il proprio contributo a questa ricerca, inviandoci documenti, foto, diari, memorie, testi, lettere che ci aiutino a sapere di più di quegli anni e di quegli eventi.
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E chiediamo di sottoscrivere per aiutarci a tradurre quella storia in un libro che renderemo disponibile ad aprile 2015.
Siamo tutti partigiani perché la Resistenza è, ancora, anche affar nostro.
Per ricevere una copia del volume puoi versare il tuo contributo:
Conto corrente postale n. 001017933001
al Centro studi movimenti di via Testi 4, Parma
all’Anpi provinciale di Parma di piazzale Barbieri, Parma
alla Libreria Chourmo di via Imbriani 56, Parma
alla Libreria La Bancarella di via Garibaldi 7, Parma
alla Libreria Fiaccadori di strada al Duomo, Parma
alla Bottega del libro di via D’Azeglio 75, Parma
alla Libreria Ubik di via Mazzini 16/a, Parma
(sottoscrizione minima 10 euro)
Ogni giorno, almeno da un decennio, giornali e sondaggi ripetono che la maggioranza delle persone che vivono nella nostra epoca – e i giovani soprattutto – non ha memoria storica o ha una visione distorta e confusa del passato. Non solo, cioè, l’attuale società manca di conoscenza e consapevolezza delle proprie radici ma, problema forse maggiore, non sa cosa “farsene”. Si è diffusa la convinzione che il passato non abbia più nulla da insegnare perché si è convinti che ciò che viviamo sia sempre accaduto e sempre accadrà, e che nulla possa cambiare: se il tempo è un eterno presente, il futuro non sarà che una sua insignificante ripetizione.
Ciò che si è spezzato, oggi, non è solo il filo della memoria antifascista quanto il filo stesso della storia. E se è il ruolo della storia che è venuto meno, da qui bisogna ripartire per tentare di capire la trasformazione: altrimenti cosa può farsene della memoria chi non riesce più a collocare nella storia la sua esistenza? In questo sta la differenza forse più profonda tra conservare o trasmettere la memoria e attivare la consapevolezza storica, attivare cioè la consapevolezza di vivere in un flusso di tempo storico. La consapevolezza di esistere in un presente determinato da ciò che è stato e, a sua volta, determinante per ciò che sarà il futuro.
A questa situazione non si possono contrapporre nostalgie e conservatorismi ma studi nuovi e rigorosi, i cui risultati possano essere utilizzati da tutti e quindi contribuire a una maggiore consapevolezza democratica.
È questa non facile operazione che il Centro studi movimenti di Parma, che già da tempo si muove in questa direzione, in collaborazione con l’Anpi provinciale, propone a tutta la cittadinanza, dando inizio ad una nuova ricerca sulle vicende del periodo bellico, resistenziale e postbellico in provincia di Parma. Crediamo infatti che la storia della Resistenza non possa essere conservata da pochi sacerdoti della memoria, nel privilegio della condivisione di una piccola minoranza. È necessario restituirla alla collettività, alla polis nel suo insieme. È un bene comune del quale non ci si può disinteressare.
Per questo, il sostegno collettivo che chiediamo, anche nella forma concreta e materiale di una sottoscrizione popolare ad un progetto di ricerca condiviso, è immediatamente un gesto politico.
È un gesto politico perché la polis, o almeno una parte di essa, sceglie consapevolmente quale passato valorizzare, sceglie di sostenere e condividere le conoscenze sulla Resistenza per la collettività nel suo complesso.
Parma, 24 aprile 2014